Ha provato a spiegare da lontano come siamo arrivati a questo punto. Che poi è lo stesso blocco di informazioni che personalmente spiego (la storia della PAC) agli studenti del tecnico agrario.
A questa però io aggiungo due punti che non ha toccato.
1. Il cambiamento climatico, che si aggiunge agli altri fattori di crisi e porta a rischio la già difficoltosa redditività delle aziende agricole, con l'altra mancanza mortale che è l'assenza di un piano irriguo nazionale dettagliato e diffuso sul territorio nazionale; questo avrebbe in parte calmierato l'effetto di crisi dovuto al crollo di Plv, poi altrimenti vanno cambiate anche tecniche e colture nei casi più estremi. Anche in biologia sopravvive chi si sa adattare al cambiamento ecologico...
2. La presenza di connivenza tra politica nazionale, internazionale, associazioni dei produttori che non fanno la tutela degli imprenditori agricoli e dei consumatori, ma stanno a tutelare i profitti e le speculazioni dei grandi capitali che muovono anche le aziende agroalimentari di trasformazione.
Concludo pertanto che prima di additare l'Europa, bisogna prima ripulire la catena di comando del settore agricolo in Italia, insieme all'investimento in politiche di mitigazione ai cambiamenti climatici, poi concentrarsi sulle decisioni che prende l'Europa a livello di PAC. Anche con l'esercizio di voto....