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Prezzi prodotti agricoli e strategie di mercato


DjRudy

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3 ore fa, DjRudy ha scritto:

Ho letto fino alla frase "Come sapete, Barilla da oltre 30 anni copre la maggior parte dei fabbisogni in Italia con i contratti di coltivazione per garantire la possibilità di produrre la pasta destinata al mercato italiano con grano duro 100% italiano." e mi rifiuto di andare oltre. 

Di seguito qualche link che dovrebbe testimoniare esattamente l'opposto:

https://www.granosalus.it/2018/09/27/spaghetti-al-glifosato-le-analisi-di-granosalus-confermano-residui/#:~:text=2018 Grano Salus-,Spaghetti al glifosato%3A le analisi di GranoSalus confermano residui,di glifosate nella pasta italiana.

https://www.granosalus.it/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don-glifosate-e-cadmio-presenti-negli-spaghetti/

https://www.granosalus.it/2023/11/10/spaghetti-al-don-il-test-conferma-la-presenza-anche-nelle-paste-100-grano-italiano/

 

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4 ore fa, 1760michele ha scritto:

Ho letto fino alla frase "Come sapete, Barilla da oltre 30 anni copre la maggior parte dei fabbisogni in Italia con i contratti di coltivazione per garantire la possibilità di produrre la pasta destinata al mercato italiano con grano duro 100% italiano." e mi rifiuto di andare oltre. 

Di seguito qualche link che dovrebbe testimoniare esattamente l'opposto:

https://www.granosalus.it/2018/09/27/spaghetti-al-glifosato-le-analisi-di-granosalus-confermano-residui/#:~:text=2018 Grano Salus-,Spaghetti al glifosato%3A le analisi di GranoSalus confermano residui,di glifosate nella pasta italiana.

https://www.granosalus.it/2017/02/26/lo-dicono-le-analisi-don-glifosate-e-cadmio-presenti-negli-spaghetti/

https://www.granosalus.it/2023/11/10/spaghetti-al-don-il-test-conferma-la-presenza-anche-nelle-paste-100-grano-italiano/

 

Bisogna distinguere cosa intende la legge per grano duro italiano o come lo intende il consumatore o nel nostro caso noi. La legge ti obbliga ad avere almeno il 40% di grano italiano per poter dire che la pasta è fatta di grano italiano. Tu per pasta fatta con grno italiano intendi 100% ma così non è nè potrebbe essere. Quello che mi fa strano è che hanno messo in croce chiara ferragni per 10000 pandori e invece qua che di fatto c'è una pubblicità ben più ingannevole tutti zitti. Mah....

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Mah, quello che sapevo io è che la linea di pasta 100% grano italiano di Barilla è Voiello e basta.
Comunque tanto per precisare alcune cose come scrivo sempre:
-Con il grano duro non siamo autosufficienti manco lontanamente. Il nostro fabbisogno nazionale si aggira sulle 6 mln di tonnellate e noi ne produciamo circa 4, il resto da qualche parte va per forza trovato. Per il tenero va anche peggio
-Il glifosate non costituisce, ripeto, non costituisce problema di alcun tipo in nessuna pasta, in quanto nelle periodiche analisi che vengono effettuate si trova costantemente decine di volte sotto i LMR che a loro volta non sono limiti di rischio. Tra l'altro essendo una molecola idrosolubile anche quei microgrammi eventualmente presenti nella pasta vanno dritti nello scarico del lavandino dopo la cottura
Detto questo a me non piacciono 2 cose:
-Italmopa che puntualmente poco prima della raccolta frigna che il prodotto nazionale non è di qualità. Analisi condivisibile in alcuni casi, ma io ho sempre visto 0 interesse a valorizzare la filiera del tenero/duro nazionale: es. premialità per proteine non pervenute
-Sistema borse merci per così com'è è insostenibile. Ogni scusa è buona (vedi navi fantasma dalla Turchia/paesi est Europa ecc.) per consentire agli speculatori di tirare giù i prezzi a piacimento. Comporta lavorare con dei costi fissi di produzione (in aumento) ma dove il prezzo di vendita del tuo prodotto lo decide qualcun altro a capocchia.

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2020/12/04/glifosate-pasta-sicura-sensazionalismo-pure/68724

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19 ore fa, Niky199 ha scritto:

Mah, quello che sapevo io è che la linea di pasta 100% grano italiano di Barilla è Voiello e basta.
Comunque tanto per precisare alcune cose come scrivo sempre:
-Con il grano duro non siamo autosufficienti manco lontanamente. Il nostro fabbisogno nazionale si aggira sulle 6 mln di tonnellate e noi ne produciamo circa 4, il resto da qualche parte va per forza trovato. Per il tenero va anche peggio
-Il glifosate non costituisce, ripeto, non costituisce problema di alcun tipo in nessuna pasta, in quanto nelle periodiche analisi che vengono effettuate si trova costantemente decine di volte sotto i LMR che a loro volta non sono limiti di rischio. Tra l'altro essendo una molecola idrosolubile anche quei microgrammi eventualmente presenti nella pasta vanno dritti nello scarico del lavandino dopo la cottura
 

- Le linee 100% grano italiano non dovrebbero avere residui di glifosate e nemmeno di don altrimenti per me è truffa, possono sempre scrivere linea 40% grano italiano

- Se non siamo autosufficienti bisognerebbe incentivare a produrne di più e invece anno dopo anno ne stanno disincentivando la produzione. Detto questo si devono fare i pacchetti di pasta 100% grano italiano ed i pacchetti 100% miscela di Canadese e poi vediamo il consumatore cosa sceglie. 

- Che il glifosate non costituisce problema lo dici tu. Io so che nei bambini sotto i 3 anni è tossico e quindi non basta che sia sotto i limiti di legge, dovrebbe essere assente, quindi sul pacco di pasta andrebbe scritto "NON ADATTA A BAMBINI SOTTO I 3 ANNI POICHE' CONTIENE RESIDUI DI GLIFOSATE". Infine nelle filiere Italia il residuo dovrebbe essere zero e non sotto i limiti di legge poichè in Italia non usiamo glifosate sulla spiga. 

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2 ore fa, 1760michele ha scritto:

- Le linee 100% grano italiano non dovrebbero avere residui di glifosate e nemmeno di don altrimenti per me è truffa, possono sempre scrivere linea 40% grano italiano

- Se non siamo autosufficienti bisognerebbe incentivare a produrne di più e invece anno dopo anno ne stanno disincentivando la produzione. Detto questo si devono fare i pacchetti di pasta 100% grano italiano ed i pacchetti 100% miscela di Canadese e poi vediamo il consumatore cosa sceglie. 

- Che il glifosate non costituisce problema lo dici tu. Io so che nei bambini sotto i 3 anni è tossico e quindi non basta che sia sotto i limiti di legge, dovrebbe essere assente, quindi sul pacco di pasta andrebbe scritto "NON ADATTA A BAMBINI SOTTO I 3 ANNI POICHE' CONTIENE RESIDUI DI GLIFOSATE". Infine nelle filiere Italia il residuo dovrebbe essere zero e non sotto i limiti di legge poichè in Italia non usiamo glifosate sulla spiga. 

-si è ovvio che le linee 100% italiano non dovrebbero avere residui (sopra il limite oggettivo di quantificabilità) visto che da noi nessun prodotto glifo è registrato per la terminazione delle colture.

-sono d'accordo che da noi bisogni incentivare la produzione interna e anche riuscire ad aumentare le nostre rese per ettaro sarebbe ancora meglio (anche se pare che con la nuova pac si sia presa esattamente la strada opposta) ma finché la situazione è questa dobbiamo importare quello che manca, c'è poco da fare. Stesso dicasi per le altre colture. Esempio: pensa che fino al 2003 eravamo autosufficienti con il mais (anzi nelle annate buone si esportava addirittura) poi 20 anni di politiche agricole fatte male hanno distrutto la maiscoltura italiana

-no, che glifosate non costituisce un problema lo dicono tutte le maggiori agenzie di ricerca del mondo (eccetto Iarc sulla cui classificazione pendono diverse ombre ma è comunque allo stesso livello (2A) di bistecche e tè caldo). I limiti di legge non sono nemmeno una soglia di rischio, già quelli sono decine di volte sotto qualunque dose abbia destato preoccupazione in laboratorio. E anche volendo, il residuo zero sarebbe comunque impossibile da ottenere, infatti si parla di limite oggettivo di quantificabilità o LOQ visto che con le macchine di oggi si riescono a rilevare anche i nanogrammi che potrebbero essere dovuti ad una contaminazione accidentale.

Detto questo, non voglio dire che neanche che tutto il grano importato ha automaticamente caratteristiche qualitative eccelse, esattamente come non le ha automaticamente il grano italiano (e in alcune annate ho visto delle belle porcherie consegnate ad alcune cooperative della mia zona tra fusarium, volpature e compagnia seguente). Come sempre chi lavora bene raccoglie un prodotto più di qualità (e difatti è qui che è da battere il tasto visto che questo andrebbe incentivato).

Anche l'etichettatura della pasta con la provenienza del grano (2016-17?) fu un buon passo avanti (tra l'altro anche lì mi ricordo che si misero di traverso i pastai in primis all'epoca) ma poi è caduto tutto più o meno nel dimenticatoio purtroppo.

Glifosate: v'andasse la pasta per traverso! | giornalismo & comunicazione...

Credits: Donatello Sandroni, Agronotizie

Modificato da Niky199
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23 ore fa, miro filippucci ha scritto:

Perché l' olio pseudo extravergine a 2,99 cosa é ?

Inviato dal mio moto g13 utilizzando Tapatalk
 

Quello è anche peggio perchè potrebbe persino non averne di olio di oliva.

22 ore fa, Niky199 ha scritto:

Mah, quello che sapevo io è che la linea di pasta 100% grano italiano di Barilla è Voiello e basta.
Comunque tanto per precisare alcune cose come scrivo sempre:
-Con il grano duro non siamo autosufficienti manco lontanamente. Il nostro fabbisogno nazionale si aggira sulle 6 mln di tonnellate e noi ne produciamo circa 4, il resto da qualche parte va per forza trovato. Per il tenero va anche peggio
-Il glifosate non costituisce, ripeto, non costituisce problema di alcun tipo in nessuna pasta, in quanto nelle periodiche analisi che vengono effettuate si trova costantemente decine di volte sotto i LMR che a loro volta non sono limiti di rischio. Tra l'altro essendo una molecola idrosolubile anche quei microgrammi eventualmente presenti nella pasta vanno dritti nello scarico del lavandino dopo la cottura
Detto questo a me non piacciono 2 cose:
-Italmopa che puntualmente poco prima della raccolta frigna che il prodotto nazionale non è di qualità. Analisi condivisibile in alcuni casi, ma io ho sempre visto 0 interesse a valorizzare la filiera del tenero/duro nazionale: es. premialità per proteine non pervenute
-Sistema borse merci per così com'è è insostenibile. Ogni scusa è buona (vedi navi fantasma dalla Turchia/paesi est Europa ecc.) per consentire agli speculatori di tirare giù i prezzi a piacimento. Comporta lavorare con dei costi fissi di produzione (in aumento) ma dove il prezzo di vendita del tuo prodotto lo decide qualcun altro a capocchia.

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2020/12/04/glifosate-pasta-sicura-sensazionalismo-pure/68724

Quando dicono pasta con grano 100% italiano secondo te a cosa puntano? Alla salubrità o all'orgoglio italico? Il discorso glifosate va visto nell'ottica che c'è anche in altri alimenti. Poi ovvio che qua gli industriali hanno la faccia come il didietro. Non solo importano " grano turco " ma in ogni caso lo usano per abbassare a loro piacimento il valore di quello prodotto qua. Le borse merci non so a cosa servono se non a pagare stipendi a chi ci lavora.

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Secondo me è molto più una questione di orgoglio italico. Quello che penso io è che comunque purtroppo il consumatore da tale si comporta (almeno nel 90% dei casi) e visto il prezzo del prodotto finito tanti saluti al resto comprese le dinamiche che stanno a monte di tutta la catena (cioè dove siamo noi). Sul discorso industriali, concordo al 100% infatti.





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Il 28/3/2024 at 20:28, Niky199 ha scritto:

Con il grano duro non siamo autosufficienti manco lontanamente

E quindi? Che discorsi sono questi? Quando finisce il grano Italiano finisci di produrre pasta con scritto 100% made in Italy e inizi a scriverci pasta 100%russa, che problema c'è? Poi se nessuno te la compra allora fai a meno di produrla. Non è che siccome non siamo autosufficienti allora puoi frodare il consumatore, indicare l'origine del prodotto deve essere obbligatorio per legge se si vuole tutelare l'agricoltura nazionale

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E quindi? Che discorsi sono questi? Quando finisce il grano Italiano finisci di produrre pasta con scritto 100% made in Italy e inizi a scriverci pasta 100%russa, che problema c'è? Poi se nessuno te la compra allora fai a meno di produrla. Non è che siccome non siamo autosufficienti allora puoi frodare il consumatore, indicare l'origine del prodotto deve essere obbligatorio per legge se si vuole tutelare l'agricoltura nazionale





Anche l'etichettatura della pasta con la provenienza del grano (2016-17?) fu un buon passo avanti (tra l'altro anche lì mi ricordo che si misero di traverso i pastai in primis all'epoca) ma poi è caduto tutto più o meno nel dimenticatoio purtroppo


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MA INFATTI !!!!!!!

se "prima" ci poteva pure stare bene, oggi che praticamente al posto di essere sovvenzionati siamo praticamente VESSATI dal sistema , tutto questo non può più starci bene per il semplice motivo che non c'è più marginalità.....

vi ricordate il discorso che in agricoltura i conti si fanno in 3/5 anni?..... beh scordiamocelo perchè non ci arrivi al terzo anno se non fai reddito, e molti manco al secondo di anno....

i tempi sono cambiati è ora di mettere bene giù i conti al centesimo e le speculazioni dovrebbero essere punite in modo DRASTICO 

 

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4 ore fa, EnricoTr ha scritto:

E quindi? Che discorsi sono questi? Quando finisce il grano Italiano finisci di produrre pasta con scritto 100% made in Italy e inizi a scriverci pasta 100%russa, che problema c'è? Poi se nessuno te la compra allora fai a meno di produrla. Non è che siccome non siamo autosufficienti allora puoi frodare il consumatore, indicare l'origine del prodotto deve essere obbligatorio per legge se si vuole tutelare l'agricoltura nazionale

Allora c'è qualcuno che non ragiona col culo 🤣

Alcuni agricoltori mi sembrano dalla parte di Italmopa...come Coldiretti

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15 ore fa, Niky199 ha scritto:

no, che glifosate non costituisce un problema lo dicono tutte le maggiori agenzie di ricerca del mondo (eccetto Iarc sulla cui classificazione pendono diverse ombre ma è comunque allo stesso livello (2A) di bistecche e tè caldo).

Mi dai qualche link per piacere a queste ricerche? Mi piace sempre informarmi su quello che mangio. 

Sperando che questi studi non li abbia commissionati Monsanto. 

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Allora c'è qualcuno che non ragiona col culo 
Alcuni agricoltori mi sembrano dalla parte di Italmopa...come Coldiretti


Guarda, basta che rileggi quello che ho scritto (se era riferito a me) per capire che non sto certo dalla parte di italmopa né di Coldiretti (anzi, mi pare di aver mosso delle critiche a entrambe) tanto che da alcuni anni non sono nemmeno più loro associato. Se poi non vale neanche riportare in maniera oggettiva alcuni fatti, non ti so che dire.

Mi dai qualche link per piacere a queste ricerche? Mi piace sempre informarmi su quello che mangio. 
Sperando che questi studi non li abbia commissionati Monsanto. 


https://en.m.wikipedia.org/wiki/IARC_group_2A
https://www.efsa.europa.eu/it/news/glyphosate-no-critical-areas-concern-data-gaps-identified
Echa: https://echa.europa.eu/it/hot-topics/glyphosate
Ottima raccolta riassuntiva di articoli:
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2020/10/02/glifosate-salvate-questo-link/68077


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4 ore fa, Niky199 ha scritto:



 

 


Guarda, basta che rileggi quello che ho scritto (se era riferito a me) per capire che non sto certo dalla parte di italmopa né di Coldiretti (anzi, mi pare di aver mosso delle critiche a entrambe) tanto che da alcuni anni non sono nemmeno più loro associato. Se poi non vale neanche riportare in maniera oggettiva alcuni fatti, non ti so che dire.



https://en.m.wikipedia.org/wiki/IARC_group_2A
https://www.efsa.europa.eu/it/news/glyphosate-no-critical-areas-concern-data-gaps-identified
Echa: https://echa.europa.eu/it/hot-topics/glyphosate
Ottima raccolta riassuntiva di articoli:
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2020/10/02/glifosate-salvate-questo-link/68077

 

 

Ok, ho letto i link che hai proposto e sinceramente non capisco dove vuoi andare a parare.

  1. Nel primo link IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro) ha inserito il Glifosato nelle sostanze probabilmente cancerogene, gruppo 2A. 
  2. Nel secondo link hai proposto uno studio di EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che per intenderci è la valutazione su cui l'Europa poi basa le sue decisioni sull'utilizzo. 
    C'è scritto "la valutazione dell'impatto del Glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica."
    ma attenzione, vedo scritto chiaramente: 
    "Nelle conclusioni dell’EFSA sono state riportate alcune lacune nei dati  – come questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o questioni rimaste in sospeso – che la Commissione europea e gli Stati membri dovranno prendere in considerazione nella prossima fase del processo di rinnovo dell’approvazione.
    E ancora:
    "Eventuali lacune nei dati individuate sono riportate nelle conclusioni dell’EFSA come questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o questioni rimaste in sospeso.Tra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano la valutazione di una delle impurità presenti nel glifosato, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche."

Lo riscrivo ancora in grassettoTra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano [...] la valutazione del rischio alimentare per i consumatori.

Mi astengo volontariamente da ulteriori commenti sui link 3 e 4 che hai postato, inserisco solo qualche link di articoli che contestavano già il primo studio di EFSA:

https://www.myfruit.it/in-primo-piano/2021/07/glifosato-jaccuse-dellaustria-studi-falsati-dallindustria-agrochimica.html

https://www.dolcevitaonline.it/glifosato-studi-truccati-diserbante-bayer/

 

Detto questo credo che siamo tutti d'accordo che nella pasta e nella semola 100% made in Italy non debba esserci alcun residuo di glifosate, neanche sotto i limiti di legge, poiché in Italia è vietato usarlo sulla granella. 

Poi fammi rafforzare quello che diceva @EnricoTr: il fatto di non essere autosufficienti nella produzione di frumento duro nazionale non implica che si possa frodare il consumatore finale. Quando finisce il frumento duro nazionale, cosa ad oggi impossibile da stabilire visto che manca un registro telematico del frumento duro che certifichi le quantità prodotte, devono produrre pasta e semola 100% grano extra UE.

Il registro telematico dei trattamenti lo dobbiamo fare, siamo obbligati, ed è giusto e ci mancherebbe altro, dobbiamo essere sicuri e responsabili nell'uso degli agrofarmaci. Il registro telematico della produzione di frumento duro nazionale non si può fare, è troppo difficile comunicare al CAA che ci fa la domanda PAC i quintali prodotti?

 

Modificato da 1760michele
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Ok, ho letto i link che hai proposto e sinceramente non capisco dove vuoi andare a parare.
  1. Nel primo link IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro) ha inserito il Glifosato nelle sostanze probabilmente cancerogene, gruppo 2A. 
  2. Nel secondo link hai proposto uno studio di EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) che per intenderci è la valutazione su cui l'Europa poi basa le sue decisioni sull'utilizzo. 
    C'è scritto "la valutazione dell'impatto del Glifosato sulla salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente non ha evidenziato alcuna area di preoccupazione critica."
    ma attenzione, vedo scritto chiaramente: 
    "Nelle conclusioni dell’EFSA sono state riportate alcune lacune nei dati  – come questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o questioni rimaste in sospeso – che la Commissione europea e gli Stati membri dovranno prendere in considerazione nella prossima fase del processo di rinnovo dell’approvazione.
    E ancora:
    "Eventuali lacune nei dati individuate sono riportate nelle conclusioni dell’EFSA come questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva o questioni rimaste in sospeso.Tra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano la valutazione di una delle impurità presenti nel glifosato, la valutazione del rischio alimentare per i consumatori e la valutazione dei rischi per le piante acquatiche."
Lo riscrivo ancora in grassetto: Tra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano [...] la valutazione del rischio alimentare per i consumatori.
Mi astengo volontariamente da ulteriori commenti sui link 3 e 4 che hai postato, inserisco solo qualche link di articoli che contestavano già il primo studio di EFSA:
https://www.myfruit.it/in-primo-piano/2021/07/glifosato-jaccuse-dellaustria-studi-falsati-dallindustria-agrochimica.html
https://www.dolcevitaonline.it/glifosato-studi-truccati-diserbante-bayer/
 
Detto questo credo che siamo tutti d'accordo che nella pasta e nella semola 100% made in Italy non debba esserci alcun residuo di glifosate, neanche sotto i limiti di legge, poiché in Italia è vietato usarlo sulla granella. 
Poi fammi rafforzare quello che diceva @EnricoTr: il fatto di non essere autosufficienti nella produzione di frumento duro nazionale non implica che si possa frodare il consumatore finale. Quando finisce il frumento duro nazionale, cosa ad oggi impossibile da stabilire visto che manca un registro telematico del frumento duro che certifichi le quantità prodotte, devono produrre pasta e semola 100% grano extra UE.
Il registro telematico dei trattamenti lo dobbiamo fare, siamo obbligati, ed è giusto e ci mancherebbe altro, dobbiamo essere sicuri e responsabili nell'uso degli agrofarmaci. Il registro telematico della produzione di frumento duro nazionale non si può fare, è troppo difficile comunicare al CAA che ci fa la domanda PAC i quintali prodotti?
 


La classificazione IARC l'ho inserita per fare da riscontro a quello che ho affermato poco sopra: nella stessa categoria trovi fritture e bevande oltre 65°c. Tra l'altro la costola dell'OMS quando fa valutazione di cancerogenicità non tiene conto dei livelli di esposizione, inoltre la classificazione a livello 2A se vogliamo parlare di conflitti di interesse ha più di un'ombra in quanto Blair che all'epoca faceva parte della commissione è poi finito a fare da consulente in diverse cause in cui era imputato un coinvolgimento di glifosate.

Per quanto riguarda le conclusioni di Efsa, sapevo che lo avresti notato ma la questione dei dati incompleti era dovuta principalmente ai coformulanti di glifosate sui cui si erano astenuti dal dare un giudizio. Difatti se ti ricordi da qualche anno i prodotti non contengono più ammina disegopolietossilata (e secondo me ne è anche peggiorata l'efficacia da allora, ndr) per motivi precauzionali.
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2016/06/16/avviso-ai-naviganti-n-15-glifosate-che-fare/49113

Per quanto riguarda ad esempio il primo link che hai postato di "j'accuse" ce ne sono stati più di uno, quello più famoso è dell'istituto Ramazzini che poi si è chiuso in un nulla di fatto. E in ogni caso, se istituto X afferma che Efsa (o altri) si è sbagliata, siccome l'onere della prova spetta a chi afferma sono loro che devono produrre studi con dati solidi che affermano al di là di ogni ragionevole dubbio che glifosate a qualche impatto sulla salute a certi livelli di esposizione.

Per quanto riguarda i residui nella pasta con grano italiano ti ripeto che si, sono d'accordo ma è impossibile non trovare alcuna traccia di glifosate visto che con gli strumenti di oggi si riescono a pescare praticamente i nanogrammi, difatti si parla sempre di Loq.

Per il resto, sono svariati post che scrivo che sono d'accordo sia sull'etichettatura dell'origine della materia prima sulla pasta (e anche del Paese preciso, non come adesso che va da UE/Non Ue/Italia e UE o altre buffonate simili) e sono stato uno dei primi ad essere d'accordo sul registro telematico delle granaglie. Proprio per evitare porcate simili:
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2023/10/05/grano-duro-ancora-prezzi-inchiodati-in-tutte-le-borse-merci-d-italia/80281
Grano fantasma che arriva da chissà dove come scusa buona per fare crollare i prezzi da noi


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basta guardare le statistiche negli ultimi 50 anni per capire che c'è qualche cosa che non va a livello globale.

a parte gli stili di vita estremi (esagerazioni di alcool, droghe, fumo) è l'alimentazione che incide maggiormente, secondo me. perchè vedo sempre più spesso ammalarsi persone che conducono stili di vita normalissimi o, addirittura, salubri più della media.

le case farmaceutiche mai ammetteranno che qualche loro prodotto (che gli rende miliardi) possa fare male. e chi controlla, spesso, lo fa in modo "carlonico" o "prezzolato".

Tutto il cibo, le bevande e l'aria sono inquinate, facciamocene una ragione ....

PS ovviamente non si tratta solo di pesticidi ma di tutte le porcherie che l'industria, di certi livelli, ha scaricato nei terreni, nell'atmosfera e anche nelle falde acquifere. qui, in prov di AL, abbiamo la(tristemente nota)  Fraschetta, una zona che è altamente inquinta. parlavo con un dirigente ENI-SNAM che mi raccontava cos'è successo nel passato nella zona in questione. non mi dilungo ma, sottoterra, è stato riversato di tutto dalle indiustrie locali (industrie chimiche, che producono pneumatici, lavorazione di metalli pesanti....).

se volete leggere :

https://alessandrianews.ilpiccolo.net/2011/05/26/fraschetta-aumentano-i-tumori-quali-cause-perche-non-si-interviene/

https://www.lifegate.it/veleni-nelle-acque-di-alessandria-la-storia-dellazienda-chimica-solvay-che-non-ha-fine

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leggetevi sto articolo del Sole, per farvi un'idea:

Cancro tra gli under 50: aumento del 79% negli ultimi 30 anni

Francesca Cerati

Ricerca

Lo studio appena pubblicato su Bmj Oncology prevede che i nuovi casi di cancro precoci e i decessi associati aumenteranno rispettivamente nel 2030 di un ulteriore 31% e 21% . E i più a rischio saranno i quarantenni

di Francesca Cerati

Boom di tumori fra gli under 50 per fumo, cattiva dieta e alcol

3' di lettura

Negli ultimi tre decenni (1990-2019) il numero di nuovi casi di tumori negli under 50 è aumentato del 79%. E secondo la ricerca appena pubblicata su Bmj Oncology, questa crescita sorprendente si registra a livello globale.

Finora la maggior parte di questi studi osservazionali si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali e pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o valutando i fattori di rischio per i giovani adulti, sottolineano i ricercatori dell'Università di Edimburgo in Scozia e della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou, in Cina che hanno condotto lo studio.

Nel tentativo di colmare queste lacune di conoscenza, gli autori dell’analisi hanno attinto ai dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 paesi e regioni. Quindi hanno esaminato l'incidenza (nuovi casi), i decessi, le conseguenze sulla salute (attesa di vita corretta per disabilità) e i fattori di rischio nelle persone di età compresa tra i 14 e i 49 anni così da stimare la variazione percentuale annua compresa tra il 1990 e il 2019. In quest’ultimo anno, le nuove diagnosi di cancro tra gli under 50 sono state complessivamente 3,26 milioni, cioè il 79% in più rispetto al dato del 1990.

Consigliati per te

Nel complesso, il cancro al seno ha rappresentato il maggior numero di questi casi e dei decessi associati, rispettivamente 13,7 e 3,5/100.000 della popolazione mondiale.

Boom di tumori fra gli under 50 per fumo, cattiva dieta e alcol

Ma i nuovi casi di cancro alla trachea e alla prostata a esordio precoce sono aumentati più rapidamente tra il 1990 e il 2019, con variazioni percentuali annue stimate rispettivamente del 2,28% e del 2,23%. All'estremità opposta dello spettro, il cancro al fegato a esordio precoce è diminuito di circa il 2,88% ogni anno.

Sempre nel 2019, sono morte di cancro più di 1 milione di persone sotto i 50 anni, con un aumento di poco meno del 28% rispetto al dato del 1990.

Dopo il cancro al seno, i tumori che hanno causato il maggior numero di decessi e conseguenti problemi di salute sono stati quelli della trachea, del polmone, dello stomaco e dell'intestino, anche se l'aumento più marcato dei decessi ha riguardato le persone con cancro ai reni o alle ovaie.

Sulla base delle tendenze osservate in questi ultimi trent’anni, i ricercatori stimano anche che il numero globale di nuovi casi di cancro a esordio precoce e di decessi associati aumenterà rispettivamente di un ulteriore 31% e 21% nel 2030, con i quarantenni che saranno i più a rischio.

Quanto alle cause, è probabile che i fattori genetici abbiano un ruolo - affermano i ricercatori - ma i principali fattori di rischio alla base dei tumori più comuni tra gli under 50 sono diete ricche di carne rossa e sale (e povere di frutta e verdura), il consumo di alcol e tabacco, insieme all'inattività fisica, all'eccesso di peso e all'alto livello di zucchero nel sangue, stando a quanto indicano i dati.

Detto questo, gli stessi autori riconoscono alcuni limiti ai loro risultati: innanzitutto la qualità variabile dei dati dei registri dei tumori nei diversi paesi potrebbe aver generato sotto-segnalazioni e sotto-diagnosi. E poi non è ancora chiaro in che misura lo screening e l'esposizione ai fattori ambientali nella prima infanzia possano influenzare le tendenze osservate.

E in un editoriale collegato all’analisi pubblicata, i medici del Centro per la sanità pubblica della Queen’s University di Belfast, sottolineano che «anche se probabilmente i fattori legati allo stile di vita hanno un ruolo, si stanno esplorando nuove aree di ricerca come l'uso di antibiotici, il microbioma intestinale, l'inquinamento dell'aria e le esposizioni nei primi anni di vita». E aggiungono che sono urgentemente necessarie misure di prevenzione e diagnosi precoce, insieme all'identificazione di strategie di trattamento ottimali per i tumori a esordio precoce, che dovrebbero includere un approccio olistico per affrontare le esigenze specifiche di terapia di supporto dei pazienti più giovani».
«C'è un urgente bisogno di partenariati, collaborazioni e distribuzione delle risorse a livello globale per raggiungere questi obiettivi», concludono.

Modificato da alexbrown
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13 ore fa, Niky199 ha scritto:

La classificazione IARC l'ho inserita per fare da riscontro a quello che ho affermato poco sopra: nella stessa categoria trovi fritture e bevande oltre 65°c.

Ma che discorsi sono? Siccome nel gruppo 2A ci sono anche le emissioni delle fritture ad alta temperatura o le bevande oltre 65° non c'è da preoccuparsi? Io fritture ad altissima temperatura o bevande oltre i 65° forse le assumerò una volta all'anno, pane e pasta e biscotti almeno 5 o 6 volte al giorno. 

La classificazione nel gruppo 2A è spiegata bene nel link che hai postato: "an agent may be classified in this group when there is inadequate evidence of carcinogenicity in humans along with sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals and strong evidence that the carcinogenesis is mediated by a mechanism that also operates in humans."

Che tradotto sarebbe "un agente può essere classificato in questo gruppo quando vi sono prove inadeguate di cancerogenicità nell'uomo insieme a prove sufficienti di cancerogenicità negli animali da esperimento e prove forti che la cancerogenesi è mediata da un meccanismo che opera anche negli esseri umani."

Quando ci saranno e se ci saranno prove sufficienti sugli esseri umani non staremo neanche più a parlarne. 

 

13 ore fa, Niky199 ha scritto:

Per quanto riguarda le conclusioni di Efsa, sapevo che lo avresti notato ma la questione dei dati incompleti era dovuta principalmente ai coformulanti di glifosate sui cui si erano astenuti dal dare un giudizio.

Stai attento però, leggi bene il link che hai postato sulla valutazione EFSA perchè è pieno di insidie, non liquiderei la questione con "era dovuta principalmente ai coformulanti di glifosate sui cui si erano astenuti dal dare un giudizio" di cui tra l'altro non leggo nulla.

Te le riscrivo:

  1. Tra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano [...] la valutazione del rischio alimentare per i consumatori.
  2. Nella sua revisione paritetica della valutazione del rischio del glifosato come sostanza attiva, l’EFSA non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente. Una preoccupazione è definita critica quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza attiva oggetto di valutazione (ad esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc.), impedendone così l’approvazione o il rinnovo.

La questione più importante che ti sfugge è che la valutazione di EFSA, così tanto discussa e dibattuta, serve per rinnovare il permesso all'utilizzo dell'erbicida in Europa dove tra gli usi proposti non esiste assolutamente quello di usarlo sulla spiga e/o sulla granella. 

In buona sostanza, per non uscire fuori tema rispetto all'oggetto della discussione, il prezzo del frumento duro nazionale è falsato dalla concorrenza sleale con la strategia di mercato di creare confusione, e molti di noi ci cascano, per non far distinguere la cacca dalla cioccolata. Siamo giornalmente sottoposti al ricatto che se vuoi vendere il tuo grano duro nazionale te lo devo pagare come il peggior grano estero. Questa è una truffa che deve cessare immediatamente o cesseranno le aziende. 

 

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basta guardare le statistiche negli ultimi 50 anni per capire che c'è qualche cosa che non va a livello globale.
a parte gli stili di vita estremi (esagerazioni di alcool, droghe, fumo) è l'alimentazione che incide maggiormente, secondo me. perchè vedo sempre più spesso ammalarsi persone che conducono stili di vita normalissimi o, addirittura, salubri più della media.
le case farmaceutiche mai ammetteranno che qualche loro prodotto (che gli rende miliardi) possa fare male. e chi controlla, spesso, lo fa in modo "carlonico" o "prezzolato".
Tutto il cibo, le bevande e l'aria sono inquinate, facciamocene una ragione ....
PS ovviamente non si tratta solo di pesticidi ma di tutte le porcherie che l'industria, di certi livelli, ha scaricato nei terreni, nell'atmosfera e anche nelle falde acquifere. qui, in prov di AL, abbiamo la(tristemente nota)  Fraschetta, una zona che è altamente inquinta. parlavo con un dirigente ENI-SNAM che mi raccontava cos'è successo nel passato nella zona in questione. non mi dilungo ma, sottoterra, è stato riversato di tutto dalle indiustrie locali (industrie chimiche, che producono pneumatici, lavorazione di metalli pesanti....).
se volete leggere :
https://alessandrianews.ilpiccolo.net/2011/05/26/fraschetta-aumentano-i-tumori-quali-cause-perche-non-si-interviene/
https://www.lifegate.it/veleni-nelle-acque-di-alessandria-la-storia-dellazienda-chimica-solvay-che-non-ha-fine
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leggetevi sto articolo del Sole, per farvi un'idea:

Cancro tra gli under 50: aumento del 79% negli ultimi 30 anni

Francesca Cerati 5-6 minuti
ServizioRicerca

Lo studio appena pubblicato su Bmj Oncology prevede che i nuovi casi di cancro precoci e i decessi associati aumenteranno rispettivamente nel 2030 di un ulteriore 31% e 21% . E i più a rischio saranno i quarantenni

di Francesca Cerati

Boom di tumori fra gli under 50 per fumo, cattiva dieta e alcol
3' di lettura
Negli ultimi tre decenni (1990-2019) il numero di nuovi casi di tumori negli under 50 è aumentato del 79%. E secondo la ricerca appena pubblicata su Bmj Oncology, questa crescita sorprendente si registra a livello globale.
Finora la maggior parte di questi studi osservazionali si sono concentrati sulle differenze regionali e nazionali e pochi hanno esaminato la questione da una prospettiva globale o valutando i fattori di rischio per i giovani adulti, sottolineano i ricercatori dell'Università di Edimburgo in Scozia e della Zhejiang University School of Medicine di Hangzhou, in Cina che hanno condotto lo studio.
Nel tentativo di colmare queste lacune di conoscenza, gli autori dell’analisi hanno attinto ai dati dello studio Global Burden of Disease 2019 per 29 tumori in 204 paesi e regioni. Quindi hanno esaminato l'incidenza (nuovi casi), i decessi, le conseguenze sulla salute (attesa di vita corretta per disabilità) e i fattori di rischio nelle persone di età compresa tra i 14 e i 49 anni così da stimare la variazione percentuale annua compresa tra il 1990 e il 2019. In quest’ultimo anno, le nuove diagnosi di cancro tra gli under 50 sono state complessivamente 3,26 milioni, cioè il 79% in più rispetto al dato del 1990.

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Nel complesso, il cancro al seno ha rappresentato il maggior numero di questi casi e dei decessi associati, rispettivamente 13,7 e 3,5/100.000 della popolazione mondiale.
Boom di tumori fra gli under 50 per fumo, cattiva dieta e alcol
Ma i nuovi casi di cancro alla trachea e alla prostata a esordio precoce sono aumentati più rapidamente tra il 1990 e il 2019, con variazioni percentuali annue stimate rispettivamente del 2,28% e del 2,23%. All'estremità opposta dello spettro, il cancro al fegato a esordio precoce è diminuito di circa il 2,88% ogni anno.
Sempre nel 2019, sono morte di cancro più di 1 milione di persone sotto i 50 anni, con un aumento di poco meno del 28% rispetto al dato del 1990.
Dopo il cancro al seno, i tumori che hanno causato il maggior numero di decessi e conseguenti problemi di salute sono stati quelli della trachea, del polmone, dello stomaco e dell'intestino, anche se l'aumento più marcato dei decessi ha riguardato le persone con cancro ai reni o alle ovaie.
Sulla base delle tendenze osservate in questi ultimi trent’anni, i ricercatori stimano anche che il numero globale di nuovi casi di cancro a esordio precoce e di decessi associati aumenterà rispettivamente di un ulteriore 31% e 21% nel 2030, con i quarantenni che saranno i più a rischio.
Quanto alle cause, è probabile che i fattori genetici abbiano un ruolo - affermano i ricercatori - ma i principali fattori di rischio alla base dei tumori più comuni tra gli under 50 sono diete ricche di carne rossa e sale (e povere di frutta e verdura), il consumo di alcol e tabacco, insieme all'inattività fisica, all'eccesso di peso e all'alto livello di zucchero nel sangue, stando a quanto indicano i dati.
Detto questo, gli stessi autori riconoscono alcuni limiti ai loro risultati: innanzitutto la qualità variabile dei dati dei registri dei tumori nei diversi paesi potrebbe aver generato sotto-segnalazioni e sotto-diagnosi. E poi non è ancora chiaro in che misura lo screening e l'esposizione ai fattori ambientali nella prima infanzia possano influenzare le tendenze osservate.
E in un editoriale collegato all’analisi pubblicata, i medici del Centro per la sanità pubblica della Queen’s University di Belfast, sottolineano che «anche se probabilmente i fattori legati allo stile di vita hanno un ruolo, si stanno esplorando nuove aree di ricerca come l'uso di antibiotici, il microbioma intestinale, l'inquinamento dell'aria e le esposizioni nei primi anni di vita». E aggiungono che sono urgentemente necessarie misure di prevenzione e diagnosi precoce, insieme all'identificazione di strategie di trattamento ottimali per i tumori a esordio precoce, che dovrebbero includere un approccio olistico per affrontare le esigenze specifiche di terapia di supporto dei pazienti più giovani».
«C'è un urgente bisogno di partenariati, collaborazioni e distribuzione delle risorse a livello globale per raggiungere questi obiettivi», concludono.



In parte più o meno si sono già risposti da soli, se aumenti lo screening o riesci ad individuare i tumori più precocemente è chiaro che in qualche misura sulle statistiche influisce. Comunque questa è la parte più significativa:
principali fattori di rischio alla base dei tumori più comuni tra gli under 50 sono diete ricche di carne rossa e sale (e povere di frutta e verdura), il consumo di alcol e tabacco, insieme all'inattività fisica, all'eccesso di peso e all'alto livello di zucchero nel sangue, stando a quanto indicano i dati
Per il resto sì, merita un'indagine più approfondita.
Ma qui siamo OT

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Stai attento però, leggi bene il link che hai postato sulla valutazione EFSA perchè è pieno di insidie, non liquiderei la questione con "era dovuta principalmente ai coformulanti di glifosate sui cui si erano astenuti dal dare un giudizio" di cui tra l'altro non leggo nulla.
Te le riscrivo:
  1. Tra le questioni che non è stato possibile risolvere in via definitiva rientrano [...] la valutazione del rischio alimentare per i consumatori.
  2. Nella sua revisione paritetica della valutazione del rischio del glifosato come sostanza attiva, l’EFSA non ha individuato alcuna area di preoccupazione critica in relazione al rischio che esso comporta per l’uomo, gli animali o l’ambiente. Una preoccupazione è definita critica quando riguarda tutti gli usi proposti della sostanza attiva oggetto di valutazione (ad esempio, impiego in pre-semina o post-raccolto, ecc.), impedendone così l’approvazione o il rinnovo.
La questione più importante che ti sfugge è che la valutazione di EFSA, così tanto discussa e dibattuta, serve per rinnovare il permesso all'utilizzo dell'erbicida in Europa dove tra gli usi proposti non esiste assolutamente quello di usarlo sulla spiga e/o sulla granella. 
In buona sostanza, per non uscire fuori tema rispetto all'oggetto della discussione, il prezzo del frumento duro nazionale è falsato dalla concorrenza sleale con la strategia di mercato di creare confusione, e molti di noi ci cascano, per non far distinguere la cacca dalla cioccolata. Siamo giornalmente sottoposti al ricatto che se vuoi vendere il tuo grano duro nazionale te lo devo pagare come il peggior grano estero. Questa è una truffa che deve cessare immediatamente o cesseranno le aziende. 
 


Non hai capito, io ho messo una fonte per fare da riscontro a quello che ho scritto. E ti ho anche spiegato quei vizi di forma sulla classificazione IARC.
Lo IARC inoltre NON tiene conto dei livelli di esposizione ad una sostanza. Nemmeno sulle cavie da laboratorio.
Cito:
l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) fa una valutazione per classificazione di pericolo, e quindi non risponde alla domanda qual è la dose minima che può far male alla salute".
https://www.repubblica.it/dossier/economia/nuova-agricoltura-la-sfida-della-sostenibilita/2023/07/07/news/cosi_bufale_e_informazioni_imprecise_creano_allarmismo_sul_glifosate-407008098/
Per quanto riguarda Efsa (e comunque oltre a lei che il glifosate non presenti rischi per la salute lo dicono anche le varie autorità nazionali e non, per non prendere sempre quella)
Il report completo è del luglio 2023
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2023.8164

Da cui:
Nel settore dei residui non è stato possibile finalizzare la valutazione dei rischi per i consumatori. Sebbene i risultati preliminari indicassero residui nelle colture a rotazione superiori al limite di quantificazione, il numero di prove sul campo delle colture a rotazione era insufficiente per affrontare tutti gli scenari rilevanti. Pertanto, non si può escludere un’esposizione dei consumatori ai residui di glifosato superiore a quella considerata nell’attuale valutazione del rischio. Tuttavia, non si prevede che ciò possa portare al superamento dei valori di riferimento tossicologici. Pertanto non è stata individuata alcuna criticità.

Comunque, la forzatura che compiono in nord America è l'uso di glifosate per uniformare i livelli di umidità alla raccolta sullo Spring Wheat. Cosa del tutto evitabile, se non hanno il clima adatto basterebbe non lo seminassero.
https://extension.okstate.edu/fact-sheets/glyphosate-use-as-a-pre-harvest-treatment-not-a-risk-to-food-safety.html
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32557639/
Comunque se vogliamo continuare la discussione qui siamo OT e bisogna spostarsi su quella del glifosate




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23 ore fa, Niky199 ha scritto:




 

 


Non hai capito, io ho messo una fonte per fare da riscontro a quello che ho scritto. E ti ho anche spiegato quei vizi di forma sulla classificazione IARC.
Lo IARC inoltre NON tiene conto dei livelli di esposizione ad una sostanza. Nemmeno sulle cavie da laboratorio.
Cito:
l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) fa una valutazione per classificazione di pericolo, e quindi non risponde alla domanda qual è la dose minima che può far male alla salute".
https://www.repubblica.it/dossier/economia/nuova-agricoltura-la-sfida-della-sostenibilita/2023/07/07/news/cosi_bufale_e_informazioni_imprecise_creano_allarmismo_sul_glifosate-407008098/
Per quanto riguarda Efsa (e comunque oltre a lei che il glifosate non presenti rischi per la salute lo dicono anche le varie autorità nazionali e non, per non prendere sempre quella)
Il report completo è del luglio 2023
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2023.8164

Da cui:
Nel settore dei residui non è stato possibile finalizzare la valutazione dei rischi per i consumatori. Sebbene i risultati preliminari indicassero residui nelle colture a rotazione superiori al limite di quantificazione, il numero di prove sul campo delle colture a rotazione era insufficiente per affrontare tutti gli scenari rilevanti. Pertanto, non si può escludere un’esposizione dei consumatori ai residui di glifosato superiore a quella considerata nell’attuale valutazione del rischio. Tuttavia, non si prevede che ciò possa portare al superamento dei valori di riferimento tossicologici. Pertanto non è stata individuata alcuna criticità.

Comunque, la forzatura che compiono in nord America è l'uso di glifosate per uniformare i livelli di umidità alla raccolta sullo Spring Wheat. Cosa del tutto evitabile, se non hanno il clima adatto basterebbe non lo seminassero.
https://extension.okstate.edu/fact-sheets/glyphosate-use-as-a-pre-harvest-treatment-not-a-risk-to-food-safety.html
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32557639/
Comunque se vogliamo continuare la discussione qui siamo OT e bisogna spostarsi su quella del glifosate



 

 

Certo, spostiamoci pure sulla discussione apposita del glifosate.

In questo topic stiamo parlando di questo solo perchè si configura una concorrenza sleale tra prodotti diversi che vengono fraudolentemente spacciati come uguali, a nostro discapito ovviamente. La nostra strategia di mercato dovrebbe essere differenziarci da questi prodotti di dubbia qualità e invece nessuna associazione ad oggi ha fatto nulla in tal senso. Vale per il frumento duro, vale per la lenticchia, per l'olio extravergine, per le arance e per tutti i prodotti agricoli. 

Se sei curioso di approfondire la questione rischi per la salute, visto che mi sembri categoricamente certo che non ce ne siano, ti riporto quello che scrive oggi Il Salvagente: "

Secondo la metodologia europea, sono richiesti solo 2 test in vitro. Il test a cometa in vivo, che è più rilevante poiché esamina il potenziale genotossico del glifosato a livello dell’intero organismo, non è mai stato effettuato.  Lo scorso novembre l’approvazione dell’UE al glifosato è stata rinnovata per 10 anni, senza che un test a cometa fosse stato eseguito né sulla sostanza attiva del glifosato né sulla formulazione rappresentativa.

Le valutazioni degli erbicidi a base di glifosato attualmente non sono conformi alle raccomandazioni fornite dagli esperti dell’ANSES in questo rapporto. Ciò significa che la non pubblicazione ha permesso una valutazione meno esigente della genotossicità delle formulazioni a base dell’erbicida.

"

Riporto il link all'intero articolo di oggi: https://ilsalvagente.it/2024/04/01/nascosto-per-8-anni-il-rapporto-francese-su-glifosato-ed-effetti-genotossici/

 

Modificato da 1760michele
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